Biografia

Paolo Bottai (Montecatini Terme, 22 giugno 1942 – Cecina, 15 dicembre 2022), pittore, disegnatore, illustratore e scultore; nasce in pieno conflitto mondiale.

Figlio di Alfio Bottai e Leonetta Cappelli, passa i primi 7 anni della sua vita nel paese natale. Fin dalla tenerissima età, matura una grande curiosità e forte interesse al mondo dell’arte. Con il definitivo trasferimento della famiglia sulla costa tirrenica a Rosignano Solvay, il suo interesse alle arti si rinforza ancora di più.
La madre infatti, capisce le capacità del figlio e loo avvicina alla bottega del pittore Sirio Bandini, l’allora vicino di casa, che diviene da subito, suo maestro. Il discepolo, che frequenta quotidianamente lo studio del Bandini, viene quindi introdotto ai rudimenti della pittura.
In adolescenza Bottai, si avvicina anche al maestro scultore Rolando Filidei
, che riconosce le doti artistiche del giovane fino a diventare uno dei suoi più forti estimatori. Celebre è stato il busto del giovane Bottai, che lo scultore realizza in terracotta, come segno di profonda stima tra i due.

La locandina dell'Inaugurazione

Già dal 1954 partecipa a mostre e concorsi di pittura estemporanea ricevendo premi e riconoscimenti.
Nel 1966 organizza la sua prima personale. Nel pieno della maturità artistica, nel 1968 si trasferisce a Venezia, dove inizia un’intensa relazione con artisti di fama nazionale come il pittore Emilio Vedova e gli scultori Murer e Bertazzolo, che lo portano a fondare la Galleria “Il Riccio” divenendone responsabile artistico.

Bottai inizia un lungo peregrinare tra il Veneto e la Toscana dove sovente rientra.
Proprio a Rosignano, con alcuni artisti locali, nel 1971 costituisce il gruppo artistico
“Gli Irrazionali” divenendone il teorico.

La sua ricerca pittorica in quegli anni si concentra su paesaggi molto particolari.
Con il gruppo degli Irrazionali forma un sodalizio che li accompagna per 10 anni in una forte ricerca istintiva della natura rappresentata.

Nei dipinti di quell’epoca Bottai, toglieva tutto ciò che reputava scontato, immettendo una carica di analisi personalissima e lucida, andando a rappresentare le scene smaterializzandole totalmente dal reale, ma piuttosto rappresentandole come le “sentiva dentro”. Le opere sono cariche e trasudanti dello stato d’animo del momento.

Stazionatosi definitivamente in Toscana intorno alla fine degli anni ’70, la sua continua ricerca lo porta a percorrere strade completamente nuove e ciò fa mutare notevolmente la sua pittura sia nella forma che nei contenuti.

Negli anni ’90 abbandona totalmente gli stereotipi della pittura classica e intraprende una strada nella quale, intense emozioni si manifestano nelle tele contorcendo e formando colori, forme, figure umane e animali, luci ed ombre.
Per far ciò, attinge da trattati di filosofia e psicologia una conoscenza che lo porta ad aprire scenari innovativi, creando qualcosa di molto originale, che non si rifà a nessun artista passato.

Nelle opere “Dal Subliminale”
, si trovano inesauribili forme e figure, luci ed ombre, cose inespresse e in embrione. Un coacervo di anfrattuosità che sembra far precipitare attraverso una sorta di girone dantesco verso una luce inquietante.

L’osservatore si ritrova ad abbandonarsi alla visione di questi racconti fantastici e a dar fondo alle proprie risorse interpretative inconsce, preconscie e coscienti.

 

Nel corso degli anni, l’evoluzione della sua ricerca, lo porta ad affrontare sempre nuovi stili e nuovi filoni pittorici. Spesso si ha difficoltà nel riconoscere la stessa mano rispetto ai molteplici temi affrontati e tecniche utilizzate.